Il nonno

Non ricordo il nonno "giovane". Il suo viso è sempre lo stesso: pochissimi capelli abbastanza lunghi, grigi e leggerissimi. Se dovessi descrivere un filo leggero e inconsistente penserei ai capelli del nonno. Lo accarezzavo, mi piaceva sentire il contatto con quei pochi fili bianchi. Sento ancora il piacere e la sicurezza che quel tocco mi trasmettevano.

Non aveva mai la barba ben fatta, qua e là spuntava un pelo dimenticato, bianco. Era ben grassottello, un idolo, anche se non ricordo dialoghi importanti. Lui mi vedeva crescere, e ne orgoglioso.

La vasca da bagno, in casa, fu un evento. Fui il primo ad utilizzarla, non dovevo essere piccolissimo, il nonno, con la mamma, mi guardava sguazzare e fare apprezzamenti sulla mia crescita.

Quel benedetto "servizio".

Non ricordo tensioni. Tutto scorreva, tra le miserie della vita dei grandi, per me, in modo sereno.

Non sentivo le loro preoccupazioni, le loro ansie, le loro paure.

Il papà, in quegli anni non c'era, non era presente nella mia vita. A quell'epoca poteva avere non più di trentacinque anni. Non lo ricordo affatto giovane. Non poteva essere giovane.